PARTENZA DI QUATTRO MISSIONARIE

9 gennaio 1921

 

XVI.7

Voi, care figlie, vi aspettate in questo solenne momento qualche mio ricordo. Ed io ve lo darò anche per trasmetterlo alle vostre sorelle che vi precedettero in Missione.

N.S.G.C. fu il primo missionario ed il vero modello dei missionarii e delle missionarie. Ora nei tre anni di vita apostolica esercitò tutte le virtù, ma specialmente, al dire del nostro Venerabile, tre, che furono come le caratteristicbe pel S. Ministero: lo spirito di orazione, lo spirito di carità e mansuetudine e lo spirito di distacco (Ved. Quad. V p. 4).

1. Le insegnò coll'esempio e colle parole...

2. Prima verso voi stesse, sopportandovi nei vostri difetti, specialmente in viaggio e nei primi tempi, in cui farete un po' di malattia fisica e morale. Animateví, e rimettetevi a posto dopo le cadute ecc. Dopo colle consorelle, che dovete aiutare, consolare, e mai metter male e prendere la pessima abitudine di mormorare e criticare i superiori e le superiore. Pensate a voi ed a farvi sante anche in mezzo a certe miserie: Quid ad te?

Coi neri (V. ivi). 3. Distacco da voi e dai comodi ecc. (ivi). Eccoví i miei ricordi; teneteli preziosi, e ne sarete contente in vita e poi in Paradiso.

V. 4-7

L'odierna funzione in questo Santuario sotto la protezione di S. Ignazio ci richiama quella con cui il Santo mandava nelle Missioni delle Indie S. Francesco Zaverio. Sebbene né io, né tu, o caro sacerdote, siamo santi, io tuttavia ho la stessa potestà di S. Ignazio in questo atto, e tu ricevi lo stesso mandato di S. Francesco. Anch'io a nome del Papa ti mando alla Missione del Kenya; e tu partirai a nome del Papa. Epperciò ambe due operiamo a nome di Dio e per continuare l'attuazione di quelle parole di N.S.G.: euntes, docete omnes gentes.

Sortirà la nostra presente funzione lo stesso esito di quella di allora? Cosi dovrebbe essere, e lo sarà certamente, se alle invocazioni che per te elevai al Signore, seguirà in te la debita corrispondenza alla divina vocazione. E come? Se seguirai gli esempi di S. Francesco Zaverio, o meglio di N.S.G.C., su lui si modellarono S. Francesco ed i degni missionari di tutti i secoli.

 

Orbene N.S.G.C. nella Sua vita apostolica esercitò a nostro esempio tre virtù principali, che sono come i caratteri dell'uomo apostolíco. Lo dice il nostro Venerabile Cafasso, che lo predicò tante volte da quest'altare. N.S.G.C. ebbe: lo spirito di preghiera, lo spirito di mansuetudine e lo spirito di distacco. (V. Pred. Ven. Cafasso - Med. Vita pubblica).

 

1. E’ falso il concetto di chi pensa all'apostolato come andasse a viaggi di diletto e di avventure. Ben altra, idea deve farsene il missionario. N. Signore si preparò alla Sua celeste missione colla preghiera nella casa di Nazaret e prossimamente con quaranta giorni nel deserto. Durante poi le sue fatiche apostoliche si ritirava di tanto in tanto a pregare, e vi passava anche le notti intiere: erat pernoctans in oratione Dei. E durante il lavoro apostolico sollevava sovente gli occhi e la mente al suo Eterno Padre. Perché cosi fece Gesù, che essendo Dio era sempre unito al Padre, quindi non aveva bisogno di tali esterne dimostrazioni di preghiera? Risponde S. Ambrogio: tibi species (V. Pred. cit.). Che pensare, che dire di quei missionari che credono di adempiere all'offizio di apostolo con girare, lavorare e fare molte cose e molto rumore, lasciando perciò o diminuendo gli esercizi di pietà colla scusa del molto lavoro? Gesù aveva più a fare che noi..., doveva in tre anni compiere la Sua missione ben più alta ed estesa della nostra, eppure si ritira e prega, e con ciò non teme di perdere tempo o sottrarlo al maggior bene delle anime per cui era venuto dal Cielo, e di cui era sitibondo. No, Gesù non la pensa così. Poveri quei missionari che credono di saperne più del nostro Divin Redentore! Essi dimentícano di essere puri strumenti della grazia di Dio per salvare gli infedeli; attribuiscono praticamente alle loro industrie e fatiche un esito che essenzialmente dipende dalla grazia di Dio, e questa ordinariamente non s'ottiene che per la preghiera ed unione con Dio. Non così ad imitazione del Divin Redentore faceva S. Francesco Zaverio, il quale, come leggiamo nella sua vita era assiduo alla preghiera tra tante fatiche, e quando non aveva potuto dare alla preghiera tutto il tempo che bramava, passava le notti intiere ai piedi di Gesù Sacramentato, prendendo anche il breve riposo presso il Tabernacolo. Tu, o mio caro, imiterai il gran Santo e più Gesù stesso: tibi datur spe- cies... Porrai tutto l'impegno nel ben celebrare la S. Messa con convenienti preparazione e ringraziamento, reciterai a tempo il S. Breviario, non usando che in caso estremo delle dispense che vi sono concesse, attenderai alla S. Meditazione e troverai tempo a tutte le altre pratiche dell'istituto.

 

2. Altra lezione che deve il missionario imparare da N. Signore si è la dolcezza e mansuetudine. Virtù questa necessaria a tutti che hanno a trattare coi prossimi, ma specialmente ai religiosi ed ai missionari. N.S.G. Cristo rivolse a tutti quelle parole: disdte a me: imparate... Egli fu dolce e mansueto cogli Apostoli rozzi ed ignoranti, e specialmente coi peccatori, sicché fu perciò detto amico di loro e perciò anche calunniato. Gesù fu sempre con tutti mansueto e quando gli Apostoli volevano tirare il fuoco dal Cielo per incenerire quella città che non lo volle ricevere, che disse loro? Nescitis cujus spíritus estis; Non sapete...

Solo coi Farisei e coi profanatori del tempio cambiò modo senza tuttavia perdere la mansuetudine, e lo fece per vero zelo di Dio e della sua legge. Tuttavia, nota qui un autore (Nepveu, Sp. del Crist. p. 204) non si convertirono costoro, segno non essere questa la via della conversione. Sono i maomettani, i calvinisti che usarono la forza per far abbracciare le loro religioni; al contrario fecero gli Apostoli ed i missionari di tutti i tempi sino al B. Pietro Chanel, del quale in questo anno dovete imitare l'esempio... E qui tollerate ch'io con vero dolore riprovi altamente qualche nostro missionario perché ad onta delle mie continue raccomandazioni si lasciò andare a dire parole dure ed anche a percuotere qualche nero. Ne piansi alla notizia, e pregai il Signore di far dimenticare ai poveri neri la cattiva impressione, per cui anche appellavano padre cattivo il delinquente. Dirà taluno che si fa presto a raccomandare la mitezza, ma bisogna essere là, provare la testardaggine e malignità dei neri, che solo piegano alle percosse e minacce; che sono come bestie, che non temono che il bastone. E poi non si offendono pel modo duro, e continuano a volerci bene... Tutto falso e da condannare... Nescitis cuius sp. estis. Si ubbidisca alla parola dei superiori e di Dio, e basta.

 

Tu, caro figlio, proponi in questo momento e rinnova il proponimento ogni mattina dopo la S. Comunione di volerti conservare dolce e mansueto nonostante tutte le occasioni e gli ostacoli, e stima perduto quel giorno, quell'ora nel quale mancassi al grave proposito. Se ti assalissero moti di collera, dì al Signore: vim patior Domine responde pro me, e tosto si calmerà il tuo cuore nel silenzio.

  1. La terza virtù caratteristica del missionario, è il distacco da tutto e da se stesso per non cercare che Dio e la sua S. Volontà. Ora tu lasci la patria, i parenti ed ogni cosa del mondo civile, e ne fai con generosità il sacrifizio. Sta però fermo, ed attento perché altri attacchi non sottentrino ai primi, attacchi a certe comodità, a preminenze ed alla propria volontà. La Divina Provvidenza per mezzo dei superiori pensa a voi, né vi lascerà mancare il necessario; ma voi non dovete cercare il superfluo e la ricercatezza nel vitto, nelle vesti, nelle abitazioni ecc ... ; assuefarvi possibilmente ai cibi locali e non cercare cibos ultramarinos come dice la S. Congregazione. Come fa pena aver sentito nei passati giorni frequenti parole di critica contro chi ha l'uffizio in missione di distribuire le robe ... ; quasi il medesimo potesse e dovesse contentare tutti i gusti e capricci, o non piuttosto eseguire gli ordini dei Superiori, informati alle necessità ed alle esigenze della S. Povertà che i missionari hanno professata.

 

Certamente N. S. Gesù C. nel mandare gli,Apostoli e discepoli a convertire il mondo non li fornì come noi i nostri missionari. Il S. Vangelo ci dice ch’essi andarono sine pera ... ; eppure loro mai mancò qualche cosa, e risposero interrogati da Gesù: nihiI, nulla mai essere loro mancato del necessario. Così succederà a voi. Che se talora non si potesse avere anche qualche cosa necessaria, o non si potesse avere subito, si ricordino i nostri missionari di avere fatto voto di povertà, il cui spirito esige che si provino gli effetti di tale virtù, che si sopportino con pazienza anzi con gioia.

Quindi, mio caro, via dalla tua testa il cercare te stesso ed i tuoi gusti, ma solo la gloria di Dio e la salute delle anime: quaeríte primum ... ; da mihi animas, coetera tolle: Dio solo e anime... ecco i tre ricordi che ti lascio: lo spirito di...

 

Tienli preziosi nella mente e mettili in pratica, e riuscirai un degno missionario, vero erede dello spirito dei santi missionari che ti precedettero: hoc fac et vives...

Ed ora parti per la Missione che Dio assegnò ai missionari della Consolata. Va' e porta con te le benedizioni più copiose che io imploro su di te e sui cari figli lontani. Porta loro i più vivi saluti dei fratelli minori che qui attendono a prepararsi. Dì ai missionari che sempre li ricordiamo e li amiamo in Domino. Essi lavorano e noi pregbiamo perché il bel Kikuyu presto sia tutto cristiano.

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

(Conferenza fatta in cappella alla funzione di partenza) In sul vostro partire per le Missioni, mie care figlie, vi aspettate da me qualche ricordo, ed io ve lo darò che vi serva per tutta la vita. Vi do l'incarico di trasmetterlo anche alle vostre compagne che sono già nel campo dell'apostolato.

N.S.G.C. esercitò tutte le virtù su questa terra. Negli anni del suo apostolato, diciamo così: del suo missionariato' tutte le esercitò mirabilmente; ma quali sono state le virtù caratteristiche di quel tempo? Quali le virtù che Egli propose a nostra imitazione e a tutti quelli che vogliono attendere alla salvezza delle anime? Sono tre in particolare, e sono come le caratteristiche degli Apostoli, di chi vuol essere apostolo, missionario, missionaria.

Spirito di preghiera, di orazione; spirito di carità, di mansuetudine; spirito di distacco. Ecco, al dire del Ven. Cafasso, le virtù distintive dell'apostolato di N.S.G.C. Durante il tempo dell'evangelizzazione mostrò:

 

l° - Lo spirito di orazione. Voi direte: Ma aveva tanto da fare, pareva quasi come dispensato da questo; massime che era sempre unito col suo Eterno Padre. No, volle anche esternamente dare a noi esempio di questa virtù così necessaria - lo spirito di orazione - e quindi vediamo che N. Signore dopo aver lavorato, essersi affaticato tutta la giornata si ritirava in luogo solitario e passava anche le notti in orazione. Di tanto in tanto si ritirava dalla moltitudine, dal lavoro, per attendere alla preghiera, ed invitava anche i suoi apostoli: Venite mecum, diceva, in desertum locum [Venite con me in luogo deserto] per pensare a noi e non occuparci unicamente degli altri. Il suo cuore si alzava all'Eterno Padre ed anche esternamente sollevava gli occhi per implorare la benedizione di suo Padre.

 

Un missionario, una missionaria che si lascia assorbire dal lavoro esterno, ah! poveretta: è un'infelice, perde se stessa, farà un lavoro materiale ma non proficuo, perché chi è che ottiene la conversione delle anime? Non son mica le parole, le nostre opere!... è la grazia di Dio ottenuta per mezzo dell'orazione. Non chi innaffia, chi pianta fa crescere le piante, ma Colui che dà l'incremento, Iddio. Quindi voi dovete persuadervi bene che per quanto sia necessario operare, lavorare da mane a sera, non è meno necessario, anzi più necessario, unirsi al Signore, non lasciare una pratica di pietà; se non è di giorno, sarà di notte, e se per caso non si può fare un giorno l'orazíone nel tempo che è prescritto, ci sia almeno un buon pensiero che domini tutta la giornata. Non facciamo le cose come quelli che le fanno per mestiere, no, domandiamo sempre consiglio al Signore; ci sarà da parlare, da fare... ebbene teniamoci sempre uniti al Signore. Così faceva S. Francesco Zaverio. Sapete quanto lavoro aveva sempre da fare questo santo; aveva da battezzare, istruire, salvare tante anime; ed allora, non potendo di giorno, passava le notti davanti al SS. Sacramento e prendeva lì quel po' di riposo di cui non poteva fare a meno.

Io vi raccomando e v'incatico di dire laggiù: il Superiore ci ha raccomandato tanto lo spirito di preghiera. Che sarà il lavoro se negligentiamo noi stessi? Tutti i Santi hanno detto che bisogna pregare per ottenere conversioni.

 

2° - Spirito di carità e di mansuetudine. Ah! questo è necessarío, e direi, prima verso noi medesimi. Quando siamo maligni, inquieti, sconcertati, mettiamoci subito a posto. Carità verso di noi, sicuro. Non lasciamoci perdere, abbattere; mettiamoci subito a posto.

Carità verso le compagne, e voi lo sapete, qualche volta mi sono lamentato di questo (spero di essermi sbagliato) perché non c'era tutta quella carità ch'io avrei voluto e giustamente preteso che vi fosse. Bisogna amarci vicendevolmente, saperci sopportare, non aver invidiuzze per quel posto, per quell'impiego. Aiutatevi, sollevatevi; vedete una compagna che è un po' triste? Subito consolarla e sollevarla; se poi è ammalata... Vedete anche qui quanta carità per gli ammalati; lo dicono tutti che qui c'è carità. Dunque, se qui c'è deve esserci anche là. In mezzo alle difficoltà, quando ci sono anime che ci sollevano dalle pene, il loro peso non è più niente. Che poi una faccia una cosa e l'altra un'altra; che riesca o no; che importa quello?

Diceva l'Epistola di S. Paolo oggi: siamo tutti membri, e chi è quel membro che si offenda perché l'altro sta bene? Siam. tutti membri dello stesso corpo. Dunque carità e mansuetudine vicendevole.

Ditelo. Guai! se vengo a sapere notizie che non ci sia carità vicendenvole. Non parlare tanto; ah! quella lingua, è uno strumento molto pericoloso. Vi raccomando molto questo. Non tutto quello che viene in bocca dirlo: prudenza. Ci sono tanti discorsi buoni da fare, e non star lì a metter male. Guai a chi avesse quella pessima abitudine di sussurrare, mormorare, specie contro i Superiori; non c'è niente che scusi; se c'è da dire qualche cosa si dice a chi di dovere, ma non metter male: questo è diabolico. E io son persuaso che tra le suore non c'è questo vizio; tuttavia stiamo attenti. Quando vengono queste tentazioni, rimandarle subito: vade retro Satana [Vattene indietro Satana].

 

In ultimo carità, mansuetudine verso i neri. Ah! ci vorrà della pazienza. Qualcuno dirà: Se non si dicono parole secche, se non si usa il bastone, non si fa mica niente. - No, non c'è bisogno di parole secche, no no, niente bastone; nessuno schiaffo. Tenere il vostro po- sto, sì, non farvi simili a loro, no, ma trattarli male. Mai! Ah! l'effetto di una parola... Chi sa se viene poi ancora quell'anima. - Il Signore ha detto: Io sono mansueto ed umile di cuore. Non c'è nessun diritto di maltrattar la gente. Le madri di famiglia non maltrattano i loro bambini, non son sempre lì che gridano: bastano poche parole. Assolutamente proibisco a voi e a tutti di maltrattare i neri, lo dico a tutti. Ci vuole la mansuetudine, la carità, la pazienza. Con i maltrattamenti non si convertono le anime; sono i protestanti che fanno così. Questo è il 2° ricordo.

Il 3° è il distacco. Non parlo di staccarvi dai parenti, dalla patria, no; ma da noi medesimi, dalle nostre abitudini, dai nostri capricci, dalle fisime, dalle immaginazioni di star male. Io vi ho parlato altre volte di questo, perciò non mi dilungo.

Dístaccarci dalla nostra stima; oh! se andassimo a far le missionarie per farci vedere da questo mondo! no, no... Staccare il cuore dalle cose della terra, ma prima da noi. Quello che è necessario il Signore lo manderà, ma non formarci delle idee di bisogni che non son giusti. Bisogna essere un po' più sciolti; il Signore aiuterà in quelle occasioni; non aver paura di quello. C'è della gente che non solo non è attiva, ma è di inciampo. Ma allora dove andiamo?

Bisogna saperci vincere, saperci sopportare; se andiamo dietro a tutti i mal di testa casuali che arrivano, dove andiamo?

 

Staccarci dalle comodità; bisogna distaccarci da queste cose; siamo più lindi, più sciolti. Il puro necessario: avete il voto di povertà. Non solo accontentarvi del necessario, ma essere contente di mancare talvolta anche del necessario, se no fate il voto di ricchezza. Distaccarci da qualunque cosa: dall'impiego, dal posto, di modo che i Superíorí non debbano sempre studiare prima di cambiarci. Non andiamo a cercare nessun motivo, i Superiori non sono obbligati a dirlo... Contentarci di quel che il Signore ci manda. S. Paolo dice: « Purché abbiamo il necessario per non morire di fame; che ci sia da vestirci per coprire questa misería umana e basta ». Pensare ad aggiustarci non è spirito di Dio. Guai se andiamo a cercare laggiù quello che abbiamo abbandonato qui. Vi raccomando: distacco dalle comodità. Fate una gara per avere il posto più basso e la roba più brutta, come facevano le religiose di S. Francesco di Sales. Questa sì che sarebbe carità!

Dunque spirito di preghiera, di carità e mansuetudine, di distacco da noi, da tutti e da tutto. Ecco, portate queste tre parole anche alle vostre sorelle e dite che io le dico a voi come le avrei dette a loro stesse.

Partite; il Signore vi benedirà e se per il viaggio ci sarà qualche cosa da soffrire, soffritelo bene. Son cose che passano. Non cade foglia senza che Dio voglia. I marinai non lasciano di fare i marinai quantunque alle volte soffrano il mare.

 

Fate tesoro, voi che partite, e quelle che stanno qui comincino ad esercitare queste virtù . Maria SS. vi assista e l'Angelo Custode vi accompagni; noi pregheremo per voi ed anche per quelle che sono già laggiù.

Il Signore benedica tuttí!!!

 

SR. EMILIA TEMPO

In sul vostro partire per le missioni, mie care figlie, v'aspettate da me qualche ricordo ed io ve lo do: vi serva per tutta la vita. Vi do l'incarico di trasmetterlo anche alle vostre consorelle che già son sul campo dell'apostolato; e dite loro che è il Superiore che ve l'ha detto, e ditelo a tutte.

 

N. Signore ci ha dato nella sua vita pubblica, direi missionaria, esempio di tutte le virtù, ma in particolare tre, e sono come le caratteristiche degli Apostoli e di chi vuol esserlo.

1° Spirito di preghiera, 2° spirito di carità e mansuetudine, 3° spirito di distacco.

Ecco, al dire del nostro Venerabile, le virtù distintive dell'apostolo di N. Signore. E prima spirito di preghiera.

[Il tratto che segue è uguale al sunto precedente, poi: 2° - Spirito di carità e di mansuetudine. Ah, questo è necessario, e direi: prima verso di noi medesimi. Quando ci sentiamo maligni, ci sentiamo sconvolti, abbiamo qualche cosa... la prima carità è con noi: dunque mettiamoci a posto, non lasciamoci abbattere, tiria- mo dritto, su...

Poi con le nostre consorelle: compatiamo, sopportiamo. Se qualche volta mi sono lagnato a questo riguardo, non è che non ci sia la carità, ma non tutta quella che io vorrei e desidero, che pretendo e che ho diritto di pretendere da voi. Anzi, vorrei essermi sbagliato, poiché si dice che tra le nostre suore c'è molta carità e veramente c'è e vi amate in Dio svisceratamente... Dovete amarvi, pronte a sacrificarvi le une per le altre, perché non c'è maggior carità che quella di dar la vita per chi si ama.

Bisogna amarci vicendevolmente, saperci sopportare, non aver invidíuzze per quel posto, per quell'impíego.

 

[Segue un altro breve tratto come nel sunto precedente].

Guai se vengo a sapere che non ci sia carità vicendevole... Vi raccomando poi molta carità colla lingua, mai metter male; se c'è qualcosa si dice a chi di dovere, ai Superiori. Ah, quella lingua... non tanta smania di parlare, di dir tutto quel che ci viene in bocca... si sussurra, si mormora, anche dei Superiori. Questo è diabolico. E guai a chi avesse questa diabolica abitudine. Io son persuaso che tra le suore non c'è questo vizio, ma stiamo attenti. Quando vengono queste tentazioni, rimandarle subito: vade retro Satana.

In ultimo carità e mansuetudine verso i neri. Teníamo il nostro posto; non farci simili a loro, ma carità. Ma si dirà: se non uso il bastone e non parlo secco, non ascoltano... No, no, no. Colla mansuetudine si ottiene molto di più; il Signore non ha mai usato questi modi, e voi: né bastone, né schiaffi, né parole secche. Vi proibisco di trattar male i neri. E quando un nero, per una vostra parola secca, andasse via e più non ritornasse?

3° - Distacco.

[Continua e termina come il sunto precedente].

 

SR. GIACINTA UNIA

Vi darò un ricordo dandovi l'incarico di trasmetterlo alle sorelle. N. Signore, quando era su questa terra esercitò tutte le virtù in modo divino anche durante il tempo del suo apostolato. Ma quali furono le virtù che Egli più specialmente propose a nostra imitazione? - Tre in modo speciale; sono come le caratteristiche della sua vita apostolica: l° spirito di preghiera, 2° mansuetudine, 3° distacco.

 

1° - Lo spirito di preghiera. Benché fosse sempre unito coll’Etemo Padre, volle darci esempio di spirito di orazione. Dopo aver faticato tutto il giorno passava la notte in orazione; cosí voleva che i suoi Apostoli si ritirassero dal lavoro per attendere alla preghiera... Mentre insegnava, predicava, faceva miracoli, il suo cuore si sollevava all'Eterno Padre. Questo è lo spirito di preghiera che volle insegnare a noi. Quando la missionaria si lascia assorbire dal lavoro non solo sarà senza frutto il suo apostolato, di più perderà se stessa. Non sono le nostre opere che ottengono le conversioni, ma la grazia di Dio. Non è colui che pianta o che innaffia che dà l'incremento, ma è Dio. Do- vete persuadervi che è necessario fare in regola le pratiche di pietà. Se capitasse un giomo che non si potessero fare tutte, come la meditazione, ci sia almeno un buon pensiero che domini tutto il giorno. Bisogna fare le cose in unione col Signore, non fare le cose per mestiere. Come faceva S. Francesco Zaverío che quando non poteva di giorno passava le notti in orazione davanti al SS. Sacramento.

Vada il lavoro, ma non trascuriamo questo spirito di preghiera; che cosa vale il lavoro se poi ci perdiamo?

- Amore alla carità. Prima direi verso noi medesimi: quando abbiamo commesso qualche mancanza non lasciarci abbattere; dire un atto di contrizione, un « Gesù mio misericordia » e mettersi subito a posto.

Secondo: verso le sorelle; mi son lamentato che non ci fosse tutta la carità che vorrei in Africa, e la pretendo... Non avere invidia né antipatie, amarsi vicendevolmente, darsi una per l'altra; non dire: « questo non tocca a me a farlo », ma aiutarci, sollevarci, consolarci ecc. Ci deve essere carità. Quando uno è lodato dobbiamo essere contenti; formiamo una sola famiglia. Guai se vengo a sapere che non ci sia questa carità vicendevole. Soprattutto non parlar tanto; freniamo la lingua; non tutto quel che ci pare bisogna dirlo; non dire tutto quel che ci viene alla bocca ... ; non sussurrare dei Superiori; quel mettere male è diabolico; su questo vizio, quando viene qualcuno a dire qualche cosa, dire « va' indietro satanasso ».

E poi ci vuole pazienza. Alcuni diranno che quei neri bisogna trattarli col bastone o almeno dire loro qualche parola secca. No, nessuna parola secca. N. Signore ha detto: Imparate da me che sono mansueto ed umile di cuore. Quello che vi proibisco soprattutto è di maltrattare i neri. Ci vuole mansuetudine, umiltà, pazienza. Quello che non si è ottenuto oggi lo otterrete magari dopo anni in premio della vostra pazienza.

E poi ci vuole distacco. Dai parenti credo vi sarete quasi staccate, ma bisogna che ci stacchiamo da noi medesimi, dalle fisime che vengono per il capo, dalla stima... Staccarci da noi medesimi, non formarci delle idee che non si sta bene, che si han dei bisogni... Quelle che hanno sempre paura sono dannose a loro medesime ed agli altri. Non sempre aver paura che una cosa faccia male.

Distacco dalle comodità; essere linde, sciolte, non solo contentarci del necessario, ma di sentire la mancanza del necessario... Distacco dagli impieghi; andare con indifferenza in qualunque posto, senza domandare il motivo o ragione; nessun motivo; se ci sono i motivi i superiori ce li dicono.

Distaccarci dalle comodità; purché il Signore ci mandi il necessario per non morire, così pure quel po' necessario per vestire questa miseria...

Ci siam fatti missionari per questo; guai a chi desiderasse le comodità. Fate come facevano le suore della Chantal che andavano a gara a chi potesse avere il più brutto per lasciare il migliore alle compagne.

 

Dunque ricordatevi: carità, spirito d'orazione e distacco da tutti e da tutto.

Dite alle consorelle ch'io dico loro queste cose come le dico a voi qui presenti.