DIGIUNO DELL'IMMAGINAZIONE E DELLO SPIRITO

17 febbraio 1918

 

 

QUATTRO SORELLE

C'è stata la Messa di trigesima del Sig. Prefetto. Ah! mie care fie [figlie], come bisogna stare attenti a farci santi! Il nostro Prefetto è un martire perché ha fatto un lungo martirio... Intanto lui è già in Paradiso, nel Paradiso degli Apostoli. S. Paolo custodendo la roba di quelli che uccidevano S. Stefano, faceva di più che se avesse lanciate le pietre. Così il Sig. Prefetto ha fatto molto allevando gli altri che dovevano andare in Africa.

 

Continuiamo l'argomento dell'altra volta riguardo alla mortificazione. Adesso col pretesto di costituzioni deboli non si fa più niente. Con un po' di mortificazione del corpo si sta ancor meglio.

 

Riguardo alla mortificazione degli occhi, fate un patto con essi; gli occhi sono pericolosi. Il superiore dei Giuseppini è del tutto cieco; si è consumato a forza di studiare, lavorare. Lo vedeste... è tanto tranquillo; egli non ha più occasione di peccato. Sant'uomo, non aveva bisogno di questo! Non bisogna essere troppo curiose e tagliare ciò che si può vedere, però non andare sotto il tram. Qualche volta vedo qualche suora così dissipata che andrei a dirglielo.

 

Un'altra mortificazione è quella dell'immaginazione. L'immaginazione è la pazza di casa. Ci sono di quelli più immaginativi ed altri non tanto. Quelli più nervosi dicono che sono più immaginativi. Questa testa è una piazza, un turbinio, un vulcano. L'andar dietro a tutti quei castelli in aria... Quando uno non se ne accorge non è niente, ma bisogna sempre tenerla piena con un buon pensiero questa testa. Se uno non si avvezza a tenerla a posto guai, guai... Questa immaginazione fa fare dei guai.

 

Come fare a trattenere l'immaginazione? Non dandole incentivo! E come? Col non amare le cose leggere, quelle cose molli, quelle letture frivole! perché c'è tanta leggerezza in queste studentuzze? Per leggere romanzi. Certe storie finiscono sempre con un matrimonio o cose simili. Quando ero chierico mi domandavano: Perché non leggi? Io rispondevo: Se ho la testa a posto, che sto bene' studio; del resto, se non mi sento di studiare, non mi sento neppure. di leggere. - Per voi, non avete mica bisogno di venir letterate! S. Teresa ha sempre pianto tutta la vita per aver letto qualche romanzo. A S. Gerolamo nel deserto venivano sempre in testa le impressioni di Roma.

 

Vivere di cose serie. L'immaginazione si vince con la serietà. Anche per Torino, se si vede un uomo con una donna, eh! si lascia correre, non si guarda. Un giovane diceva: Io non so frenare questa testa, non posso frenarla. Non sai frenarla? gli risposi; metti un buon pensiero, e tutto andrà a Posto.

Quarto: la mortificazione dello spirito, che vuol dire mortificare la superbia. L'incontinenza e la superbia sono sorelle germane, poiché chi è superbo, presto o tardi cadrà in quel vizio. Il Padre Giacinto in Francia, faceva grandi prodigi di conversioni, predicava bene ecc. Parlava un po' volentieri del suo io. Ha convertito una protestante, ed egli si è pervertito, e si sono uniti... Tutto per la sua superbia; si credeva un vero predicatore. Lutero, superbo, ha fatto lo stesso. Il Signore umilia nella carne chi si ribella nello spirito. S. Bernardo dice che chi vuol avere la castità, bisogna meritarla mediante l'umiltà. Se il Signore ci lascia un momentino... o se confidiamo troppo in noi! S. Agostino osserva come Sansone benché forte, Davide benché santo, Salomone benché sapiente, siano caduti...

 

E voi? Vi troverete nei pericoli. Vi sono le simpatie per storie. E in Africa, come adesso le nostre sorelle che sono in mezzo ai malati negli ospedali ... Magari i malati non tanto, ma c'è poi il medichino... Ah! benchè laggiù siano della pelle nera!... Ah, sono neri, ma il diavolo sa anche farli venir bianchi.

 

Tra uomo e donna il discorso deve essere breve, rigido e severo; e neppure in confessionale deve essere diverso. Quante volte con la speciosità della direzione... Molte cose, dice S. Paolo, s'incominciano collo spirito e si finiscono colla carne. Purché ci dia l'assoluzione, e poi anche che il confessore non ci piaccia, non importa. Quando saremo in Paradiso non ci saranno più pericoli, saremo tutti angeli.

Bisogna sempre temere, diffidare. Bisogna fare i nostri doveri, ma con riserva, tremore e timore. Io ringrazio tanto il Signore che vivo in comunità e non ho da fare con una serva. E’ una vera grazia di Dio, perché quei poveri parroci che devono tenere una donna di servizio...

 

SR. EMILIA TEMPO

C'è stata ieri la trigesima pel Sig. Prefetto. Ah, mie care fie, bisogna badare a farci sante senza badare ad altro. Intanto il Sig. Prefetto è là, nel Paradiso degli Apostoli e sta meglio di noi. S. Paolo custodendo la roba di quelli che uccidevano S. Stefano faceva di più che se avesse lanciato le pietre, perché così contribuiva con tutti. Così il Sig. Prefetto, ma in altro senso, fece di più stando qui a preparare quelli che dovevano andare in Africa...

Continuiamo l'argomento dell'altra volta riguardo alla mortificazione. L'immaginazione è la pazza di casa. Questa testa è una piazza con tanti banchetti, un turbinio, un vulcano. L'andar dietro a tutti quei castelli in aria... Quando uno non se ne accorge non è niente, ma bisogna sempre tenerla piena di buoni pensieri. Guai se non ci si avvezza a tenerla a posto. Come fare a trattenere l'immaginazione? Col non darle incentivo. E come? Col non amare le cose leggere, quelle cose molli, le letture frivole ecc. Vivere di cose serie. L'immaginazione si vince con la serietà. Leggere la S. Scrittura: essa è Verbum Domini! [Parola di Dio]. Da chierico mi si domandava perché non leggevo certi libri. Ma, rispondevo, se ho la testa a posto e sto bene studio; se non mi sento di studiare, non mi sento neppur di leggere.

 

Mortificazione dello spirito il che vuol dire mortificare la superbia. L'incontinenza e la superbia sono sorelle germane poiché chi è superbo presto o tardi cadrà in quel vizio. Es. Lutero. Il Signore umilia nella carne chi si solleva nello spirito. La castità si merita mediante l'umiltà (S. Bernardo). Se il Signore ci lascia un momentino... Ah, se confidiamo troppo in noi! Non sei né più forte di Sansone, né più santo di Davide, né più sapiente di Salomone: eppure essi son caduti (S. Agostino). E voi vi troverete nei pericoli; vi sono simpatie per storie... E in Africa, come adesso, le nostre suore che sono in mezzo ai malati negli ospedali... Magari i malati non tanto, ma c'è poi il medichino... Ah, benché laggiù siano dalla pelle nera... Oh, sono neri! il diavolo sa anche farli venir bianchi.

 

Tra uomo e donna il discorso dev'essere breve, rigido e severo. Neppure in confessionale dev'essere diverso. Molte cose s'incominciano con lo spirito e finiscono con la carne (S. Paolo). Bisogna tra uomini e donne trattarsi come le anime del Purgatorio. Quando saremo in Paradiso non ci saran più pericoli, saremo tutti angeli... Ma qui bisogna sempre temere, diffidare, fare il nostro dovere con timore e tremore.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org